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ANCHE TU COSĖ Percorsi per l'animazione |
Lungo l’anno pastorale in oratorio possono essere sviluppati tre
“filoni” o percorsi che, a partire dallo slogan ANCHE TU
COSÌ e dall’icona evangelica di Luca 10, 25-37, aiutino ciascun ragazzo
(ANCHE TU) a vivere secondo uno stile di santità, da vero
discepolo del Signore Gesù e con una meta alta che è la realizzazione
dell’amore, sul modello di chi nella vita ha fatto COSÌ.
Quest’anno,
nel IV centenario della sua canonizzazione, invitiamo i ragazzi
degli oratori a lasciarsi “prendere” dalla figura di
santità di san Carlo Borromeo, uno dei nostri patroni principali.
Anche lui si è lasciato interpellare dall’amore – soprattutto dall’amore
del Crocifisso e dell’Eucaristia – e, da giovane cardinale “di corte” ha
abbandonato lo sfarzo in cui viveva per mettersi al servizio del Signore
dentro la Chiesa.
Ogni tematica sarà
supportata con strumenti per l’animazione preghiere, giochi, racconti,
attività, laboratori, ecc. che saranno disponibili nel sussidio di
animazione per l’oratorio “Anche tu così” (Ed. In dialogo) e arricchiti
periodicamente di contenuti su questo sito internet.
Ecco
i tre “filoni”:
1. Sì, ma
come? 2. Anche lui così: san Carlo 3. E sarai santo!
1.
Sì, ma come?
La vita cristiana trova la sua sintesi
nell’amore perché ANCHE noi, dentro le generazioni dei credenti, “abbiamo
conosciuto e creduto l'amore che Dio ha in noi. Dio è amore; chi rimane
nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui” (1 Giovanni
4, 16). Rimanere nell’amore significa realizzare, nel concreto della vita
di tutti i giorni, il doppio comandamento dell’amore – verso Dio e verso
il prossimo – esercitandosi nella carità, vivendo intensamente la propria
fede e insegnando ai ragazzi ad essere pronti ad amare là dove si trovano.
La
cura degli educatori consiste nel suggerire il “come” della carità,
così come ha fatto Gesù raccontando la parabola del Buon Samaritano. Il
“come” della carità è sempre legato alle altre dimensioni
del tempo, dello spazio e della relazione – “quando”, “dove”, “con chi” –. Aiutare
i ragazzi a dare un contenuto, un volto e un nome a queste dimensioni può
essere l’avvio per chiedere poi di riempire la loro vita di gesti
di amore.
Raccontare storie di carità può
essere un ulteriore supporto che, insieme all’esempio personale degli
educatori, può orientare l’agire quotidiano dei più giovani.
2.
Anche lui così: san Carlo
“Se
qualche scintilla del divino amore è già stata accesa in te, non cacciarla
via, non esporla al vento. Tieni chiuso il focolare del tuo cuore, perché
non si raffreddi e non perda calore” (san Carlo Borromeo).
Gli
oratori ambrosiani si fermano quest’anno a celebrare la figura di santità
di san Carlo Borromeo, in linea con le indicazioni che ci verranno dal
nostro Arcivescovo nel percorso pastorale diocesano 2010-2011.
Ci
faremo ispirare dalla sua vita, tutta spesa per il bene della Chiesa,
degli ammalati e dei poveri, e lo indicheremo come modello di chi
vuole vivere con coerenza le sue scelte.
È COSÌ che ha
vissuto san Carlo, dopo che ha scoperto di essere “innamorato”:
innamorato di Gesù Crocifisso e dell’Eucaristia, innamorato della
preghiera, grazie alla quale poteva dialogare con il suo Signore e
affidare la vita delle persone che incontrava sulla sua strada,
percorrendo in lungo e in largo tutta la sua immensa diocesi.
Era
giovane quando è stato creato cardinale da suo zio Papa Pio IV. Aveva
22 anni e già aveva vissuto intensamente i suoi studi e i suoi impegni
quotidiani. Era un giovane appassionato della cultura e delle arti ma,
chiamato alle sue responsabilità, scelse di “lasciare” queste cose per
dedicarsi alla cura del suo popolo. La sua vita, da quando giunse a
Milano da arcivescovo a soli 25 anni fino alla sua morte all’età di 46
anni, fu un crescendo di lavoro, dedizione, preghiera, penitenza, amore
ai poveri. Dicevano di lui: “uomo di frutto e non di fiore, di fatti e
non di parole”.
Proprio ai fatti, alle opere e alle
azioni è dedicato questo anno in oratorio. Con san Carlo si potrà
scoprire che la passione di fare il bene va di pari passo – anzi è
sostenuta – dall’amore appassionato verso Dio e che
sulla strada dell’amore ciascuno può realizzare la sua vita dentro
un orizzonte che si chiama SANTITÀ.
3.
E sarai santo!
La SANTITÀ è la “conseguenza”
di una vita ricolma della grazia del Padre, di una risposta alla chiamata
ad essere discepoli del Figlio e di un impegno di carità alimentato
dall’amore dello Spirito Santo.
Possiamo dire ai ragazzi
che santi si diventa solo se si rimane dentro l’amore di Dio.
È
Dio che ci vuole santi e prepara per noi il cammino per scoprire come fare.
Per questo ognuno di noi – amato e pensato come “unico” da Dio – ha il suo
modo di essere santo, un modo che la coerenza di una vita quotidiana
vissuta con fede tirerà fuori e mostrerà, anche con l’aiuto delle persone
che sono e saranno accanto a noi.
L’impegno oneroso di
quest’anno, da parte degli educatori, consiste nel trovare il
linguaggio opportuno per presentare la possibilità di una vita piena
vissuta con Gesù.
Occorre lavorare per offrire programmi
di vita a “misura” di ciascuno, piccole regole da seguire
con fedeltà, suggerimenti per azioni evangeliche da vivere a scuola, in
famiglia e con gli amici, occasioni di riscontro del bene fatto,
considerando che non ci sono grandi “piani” per realizzare la vita ma progetti
concreti da modellare sulle situazioni quotidiane insieme ad un affidamento
vero a Colui che amandoci ci guida e si prende cura di noi.
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